lunedì 19 novembre 2012

Ed ora… tutti a caccia di donne!

Da Silvana Ruggiero ricevo e pubblico

E’ notizia di questi giorni dell’approvazione della legge che garantisce al mondo rosa gli stessi spazi elettorali e le medesime canches degli uomini in una prospettiva di riequilibrio nella rappresentanza politica.
La legge approvata prevede una pari opportunità di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali, nei consigli regionali e nelle commissioni esaminatrici dei pubblici concorsi e troverà applicazione dalle prossime elezioni. Questa svolta è una pietra miliare per l’affermazione concreta delle pari opportunità di genere. Dopo l’introduzione del reato di stalking a tutela delle donne molestate, questa legge in un certo senso conferma la tendenza giuridica e politica della parità tra uomo e donna. Se prima la presenza delle donne nelle liste elettorali e quindi nei vari organi consiliari, era una regola dettata per lo più dal buon costume, oggi diviene obbligatoria. Pensando alle passate elezioni amministrative svoltasi a Bagnara, dove in due liste su tre non vi era la presenza di donne, mi sorge spontanea la riflessione che alle prossime elezioni, oltre alla caccia di voti, si andrà a caccia di donne! Ma questa caccia è ben diversa da quella in cui l’uomo-cacciatore mette in mostra tutti i trucchi di seduzione per conquistare il gentil sesso. Un conto è convincere una donna ad uscire a cena ed un altro è, invitarla a candidarsi! Sappiamo bene che a Bagnara sono poche le donne che decidono di fare politica o comunque un’esperienza elettorale. A mio avviso non è solo una questione di cultura (la donna bagnarota intraprendeva le sue lotte fuori dal ring politico) ma di educazione, nel senso che come in ogni settore sociale-politico, la gente va educata a determinati comportamenti e/o propensioni. Quello che manca nella nostra cittadina, è l’educatore, quella figura-funzione riconducibile all’istituzione che deve mettere in campo ogni strategia di partecipazione delle donne ma anche di tutti i cittadini al governo della città. Ho più volte esternato la necessità di attivare gli strumenti di partecipazione popolare per far affezionare i cittadini a quella politica come bene comune, ed ecco che dopo l’approvazione della legge sull’eguale rappresentanza, diviene indispensabile far affezionare le donne di Bagnara all’attività amministrativa per non ritrovarsi alla prossima mandata elettorale di dover candidare, per rigor di legge, le proprie mogli o solo figure “prestanome”. Un buon inizio potrebbe essere quello di mettere in funzione la Commissione Pari Opportunità, che per le sue prerogative e soprattutto per quella che dovrebbe essere la sua natura non partitica, potrebbe arruolare cittadine di buona volontà, che potrebbero invogliare altre donne ad accostarsi alla politica od ancora a riscoprirsi esse stesse, potenziali fautrici del proprio destino e di quello di Bagnara. Le donne che si mettono in gioco dovrebbero rappresentare per la nostra cittadina, la naturale conseguenza storica, culturale e folkloristica, di quella bagnarota famosa in tutto il mondo per la sua intraprendenza, tenacia e intelligenza! L’obbligo di questa legge appena approvata, potrebbe essere lo spunto, in un certo senso, per restituire il ruolo delle donne di Bagnara alla storia.
In ultimo, vorrei aggiungere, che gli strumenti di partecipazione popolare, attualmente previsti dal Regolamento Comunale, quali la Consulta delle Politiche Sociali, la Consulta dei Giovani e la Commissione Pari Opportunità, in un clima di criminalità in cui vogliono far affossare Bagnara e le sue istituzioni, possono accrescere la sinergia tra amministratori ed amministrati, sentendosi uniti non in una solidarietà doverosa scritta o verbale, ma in quella concreta, dove tutti ci si sente colpiti in uguale misura, perché tutti ci abbiamo messo la faccia!

domenica 18 novembre 2012

Verso il caos

Ogni senso di vicinanza a Cesare e altri che hanno subìto attacchi in quest'ultimo periodo, ma mi sento di condividere appieno quanto letto qui e qui
Basta con comunicati e sterili prese di posizioni, scimmiottamenti di una politica che tanti ormai detestiamo. Per una volta, si faccia qualcosa. L'eutanasia collettiva di cui parla Claudio Careri è la nostra sentenza di morte.
Citando M. L. King, andiamo verso il caos o la Comunità?