venerdì 29 gennaio 2010

Ce l'abbiamo fatta

Da Gianni Golotta ricevo e pubblico

La manifestazione organizzata da Peppe e da me, un pò alla garibaldina, è riuscita ed anche bene.

Non solo per il numero dei partecipanti ma anche per gli interventi dei contraddittori (Saro Monterosso ed Ignazio Badalì) che hanno saputo tenere alta e fino alla fine l'attenzione dei presenti e per la qualità e la passione di alcuni interventi del pubblico; tra i quali una menzione particolare meritano quello di Gino Palesandro e Rita Carbone.

Ciò anche a dispetto di chi nel proprio pittoresco intervento, auspicava, non senza una qual certa passione, un ritorno all'analfabetismo troglodita prospettato come garanzia di genuinità e di progresso.

A parte questo gustoso siparietto, la discussione s'è addentrata su temi di attualità coniugando, così come Peppe ed io ci eravamo prefissi, il tema del ricordo dell'Olocausto a quello della garanzia della tutela della dignità della persona, ad ogni latitudine ed in ogni epoca, come premessa indispensabile di ogni autentica libertà, mettendo inoltre in evidenza una volontà di impegno così diffusa, che sarebbe ora un vero peccato disperdere.

E' per questo motivo che vanno lanciate senza indugi nuove iniziative: prima fra tutte quella, annunciata alla fine della manifestazione, della raccolta delle firme per chiedere che il Consiglio Comunale adotti le modifiche del Regolamento comunale necessarie a dare attuazione ai referendum previsti dallo Statuto.

Su questo tema di impegno è utile che si apra una discussione - possibilmente breve e concreta - sulle modalità e le forme della mobilitazione, magari utilizzando il web.

Grazie dunque a chi ha partecipato ieri e a chi si impegnerà domani.

giovedì 28 gennaio 2010

Ci siamo incontrati

Dopo tre anni ci siamo ritrovati a riproporre una manifestazione per onorare la Giornata della Memoria. Nel 2007 fu la mostra Visas for Life, l’omaggio ai diplomatici che salvarono la vita agli Ebrei. Quest’anno abbiamo invece preferito spostare la nostra attenzione sulla realtà locale, sforzandoci di trovarvi una connessione con la Giornata della Memoria e dare così a questa celebrazione un significato diverso, diciamo, un significato che sia diversamente utile per noi qui.

Una motivazione, anzi un vero aiuto per meglio approcciare questo incontro a me personalmente lo ha offerto un evento recente, l’incontro del Papa con la comunità ebraica romana, e in particolare un passaggio del discorso del rabbino Riccardo Di Segni che sottolineava come: Ci misuriamo col nostro silenzio che ci interroga, ci sfida e non sfugge al giudizio.

La responsabilità del silenzio è un atto di accusa forse tra i più gravi rivolto ad alcuni dei testimoni (grandi e piccoli) di quei tempi tragici; alcuni di essi, ancora al centro di polemiche laceranti, sono uomini su cui la storia ha difficoltà a dare un giudizio.

In misura e maniera naturalmente diverse, in una collocazione storica e culturale naturalmente diverse, la responsabilità del silenzio oggi interroga e sfida anche noi, qui.

Ci interroga e ci sfida sui grandi temi del vivere quotidiano, su ciò che accade e di cui veniamo comunque a conoscenza, …le povertà del mondo, la coesistenza con gli altri, l’antisemitismo rinascente.

E la responsabilità del silenzio ci sfida e ci interroga anche, più direttamente, sui temi e sui problemi, sulle sofferenze e sui disagi della nostra Comunità, della nostra cittadina e della nostra regione e sul contributo che ognuno, secondo vocazioni e capacità individuali, può fornire nei diversi settori della vita civile, nel sociale, nella cultura, nella politica, nell’economia.

Siamo tutti consapevoli dei tanti fattori, individuali e sociali, che ci condizionano e ci inducono talvolta a fare un passo indietro. Il chiamarsi fuori, non farsi coinvolgere, non metterci la faccia, costituiscono però probabilmente le nostre responsabilità odierne e future, e toccano la nostra dignità e la nostra libertà.

Da qui l’assunto che la partecipazione diventa manifestazione della nostra dignità e strumento per rivendicare la nostra libertà.

Spero che l’incontro possa far generare qualcosa di significativo e duraturo, onorando così questa Giornata.

martedì 26 gennaio 2010

Ne vogliamo parlare?

Qualche parola bisogna spenderla sulle dimissioni di Silvana Ruggiero. E non solo per l'amicizia, la simpatia e il sostegno (solo teorico, in verità) alle sue iniziative.

Più di tutto perchè - contrariamente a quanto ormai è in uso, trincerarsi dietro i fatidici "motivi personali" - lei delle sue dimissioni ha dato una lunga ed esaustiva motivazione, offrendone dunque valore e testimonianza pubblica.

E da questa spiegazione resa si evince una importante (in)sofferenza cumulata nel corso del tempo.

A questo punto credo che la politica, meglio, chi in questi anni ha preso parte con Silvana alla vita politica ed amministrativa di Bagnara dovrebbe anch'egli spendere qualche parola (senza retorica e falsi pudori, però). E' una mia fissazione: parliamone!

Altrimenti mi confermerebbe nel sospetto che per la politica locale una grande rottura di scatole s'è levata di mezzo e basta.

lunedì 25 gennaio 2010

Silvana Ruggiero dice basta

Silvana Ruggiero ha presentato stamane in Comune le proprie dimissioni da consigliere comunale. Ecco il testo con cui ha formalizzato la propria decisione.


La decisione di cui sopra è la naturale conseguenza della mia prerogativa di vita, quella cioè di lavorare e mettermi a disposizione del sociale, quel sociale inteso come tutela dei diritti delle fasce sociali più deboli e rivendicazione dei doveri istituzionali. Mi sono messa in gioco nel candidarmi alla carica di Consigliere per cercare di smuovere le coscienze dal di dentro, cioè da dove partono le azioni politico-amministrative e con un po’ di presunzione mi proponevo di educare le coscienze di chi deteneva il potere amministrativo affinché venisse incrementato e valorizzato l’impegno nelle politiche sociali. Mi sono sempre considerata una forza sociale, la politica non mi è mai appartenuta e dopo questa esperienza posso affermare che la politica, almeno quella che praticano i politicanti non mi merita e non merita il mio impegno senza secondi fini, libero da qualsiasi compromesso. Il mio impegno non è mai stato al servizio della politica ma piuttosto mi sono servita della politica per mettere al centro della discussione il sociale per fin troppo tempo ridotto solo ad un’esile voce di bilancio. Se non sono riuscita a cambiare le coscienze sicuramente ho contribuito notevolmente a portare le problematiche sociali dentro la sala consiliare stimolando la discussione su problematiche mai affrontate o affrontate superficialmente. Sono soddisfatta di quello che ho fatto, proposto e lottato, ma è giunto il momento di tornare “libera” al mio mondo che è quello dell’associazionismo, di tornare a quello che ho fatto una ragione di vita, a mettere al servizio della comunità sociale le mie capacità, la mia sensibilità e tenacia lontano dalla politica, le cui regole astruse vogliono che ad ogni azione segua sempre un voto di scambio, ed anche se il mio operato all’interno di questo Consiglio non ha mai avuto un fine elettorale ma solo ed esclusivamente di tutela sociale, mi sono sempre portata addosso la remora che anche un solo utente sociale potesse pensarlo. Lascio la carica di Consigliera non le mie lotte, quelle, fuori dai meandri avranno sicuramente più efficacia. E’ stata sicuramente un’esperienza positiva soprattutto per tutte quelle cose che ora mi sono più chiare, prima fra tutte il fatto che non è dal di dentro che vanno cambiate le cose ma dal di fuori, tra l’opinione pubblica, per far si che dentro ci vadano persone già con coscienza, perché una volta che al potere vanno persone più interessate alla poltrona che al bene comune, ormai non si può più intervenire, perché il potere ha quella capacità equivoca di isolare dalla realtà, di rendere refrattaria qualsiasi azione e sentimento se non in nome del proprio egotismo. I miei ideali, il mio tipo di lotta non necessita della politica per potersi affermare, perché la politica riesce a sporcare ogni cosa. Infine lascio la mia carica di Consigliera con il compiacimento che l’ultima volta che ho esercitato il mio voto in questo Consiglio, è stato per la stabilizzazione dei lavoratori LSU.

domenica 24 gennaio 2010

Ragionando a freddo

Quest'analisi controcorrente sui fatti di Rosarno letta su Il Quotidiano della Calabria stamane mi pare tra le più complete e corrette. Ve la segnalo.

sabato 23 gennaio 2010

Pubblicità

Il 27 gennaio, in occasione del Giorno della Memoria, gli "Amici di Israele" di Bagnara organizzano una tavola rotonda sul tema: Libertà e partecipazione alla vita pubblica come condizioni indispensabili per la dignità e la piena realizzazione di ogni individuo. Grand Hotel Victoria, ore 17,30. Si confida nell'adesione di tanti.

giovedì 21 gennaio 2010

Mettersi in gioco

Questa comunicazione inviata da Natale Zappalà mi offre lo spunto per tornare a parlare di partecipazione alla vita sociale, culturale e politica della Comunità. Se il silenzio (civile e umano) ci interroga e ci sfida, la risposta non può essere che quella di prendersi delle responsabilità, di mettersi in gioco. Sarà l'argomento dell'incontro del prossimo 27 gennaio.

lunedì 18 gennaio 2010

Comunicazioni di servizio

Tito Puntillo mi ha chiesto di pubblicare un suo intervento in risposta al comune amico Sarino Cundari. Hanno una discussione (molto impegnativa) su Facebook. Il pezzo è qui. Loro invece si scrivono qui.

Continuo a segnalare che da gennaio ho iniziato a mettere tutte le mie cose su Solomon, l'altro blog (e sempre su bagnararc.it le cose su e da Bagnara). Il Cannocchiale ha ospitato e ospiterà ancora questi foglididiario e non voglio dunque dirne male, anzi.

lunedì 11 gennaio 2010

Provocazioni

Su Bagnara, ragioni e opinioni ho ripreso questo pezzo per gli stessi motivi per cui ho segnalato quello di R. Farina, che qualche giorno fa ha fatto "adirare" qualcuno. Lasciamo stare il pulpito, Il Giornale, e proviamo un istante a ragionare sui contenuti degli articoli. Un briciolo di autocritica qui in Calabria va fatta, credo.

sabato 9 gennaio 2010

Miseria contro miseria

E' il senso di quello che accade in queste ore a Rosarno.

Due miserie diverse, vero. Quella senza speranza degli schiavi neri, randagi lasciati a vivere come bestie. E quella della Calabria, abbandonata a se stessa, disfatta dalla sua gente e dagli altri, preda delle cosche e alla mercè di una classe politica miserevole e spudorata, volta solo alla lotta di potere.

Calabria da militarizzare, chiedono? Boh, forse da commissariare, a questo punto.

domenica 3 gennaio 2010

Anno nuovo

E' iniziato il nuovo anno e io non so cosa augurare alla mia gente e alla mia terra. Ho appena letto questo, un breve rendiconto di cose andate male (tutte o quasi, in verità) e subito ho inteso che qui c'è tanto da sconfortarci. D'altro canto, o facciamo così, e diciamo di come stanno le cose, oppure facciamo finta di niente e scriviamo di magnifiche sorti e progressive. Auguri ancora, comunque.

sabato 2 gennaio 2010

I posts più antichi e le mie cose


A pensare e gestire questo blog è Giuseppe Barilà, medico, che vive e lavora a Bagnara.
Anzitutto, cosa non è questo blog. Non è un giornale, non dà le notizie. E' una tribuna, meglio, un punto di vista - dunque estremamente personale - da cui si guardano le cose, cose che si cerca di non (pre)giudicare, ma di capire.

Perchè farlo? Sicuro che non serva granchè a nessuno, meno ancora ai concittadini (che mostrano di poterne fare benissimo a meno). Serve forse solo a se stesso, per una sorta di autocompiacimento? Boh...

A seguire, l'elenco dei posts dall'inizio fino ad oggi
2009

Tutte le e mie cose sono qui

Ripartiamo da qui


"Possiamo partire da queste realtà per costruire la nostra memoria. Perché, anche se siamo distribuiti in nuove e diverse società globalizzate, anche se, da Parigi a Roma, da Berlino a Londra siamo sempre più integrati in altre realtà, in altri costumi, anche se il nostro gergo è quello della TV e di Internet, i nostri nonni, i nostri bisnonni erano quelli noi ne portiamo l'eredità, che è certo una parte importante di quello che siamo ancora oggi."
Amos Luzzato, ex Presidente della Unione delle Comunità Ebraiche d'Italia

Questo blog è collegato al sito Bagnara, ragioni e opinioni